Quattro anni
or sono sembrava la fine del mondo. Ricordo che stavo tornando a casa dopo una
(divertente) serata con amici “storici”. In particolare, ricordo che si era
giunti allo svincolo autostradale di
Segesta quando ricevetti una critica pesantissima:
“Anche tu ti sei fatto stregare da Obama? Non mi dire…!” mi fu rinfacciato.
“Anche tu ti sei fatto stregare da Obama? Non mi dire…!” mi fu rinfacciato.
Io cercai
invano di giustificarmi. Sì, di giustificarmi. Ma non ci fu verso. Io,
uomo di sinistra (così mi etichettarono),
progressista (termine di cui ricordo appena il significato), io appena postliceale (vostro malgrado, questo “aggettivo” è farina del mio sacco!) mi ero fatto
imbrigliare dalla dialettica circa un reale
cambiamento (cito testualmente il focus
della critica) nel caso in cui Obama fosse riuscito a diventare Presidente
degli Stati Uniti.
“Ragazzi, a
me la Clinton non piace. Puzza di stantio. E poi potrebbe sorgere un palese
conflitto di interessi visto che fino a otto anni fa suo marito…” provavo a
rispondere. Invano. Poi Obama vinse. E piano piano le critiche son venute meno.
Ma io lo ricordo bene questo dibattito apocalittico
e, vi assicuro!, era tendenza diffusa.
Riporto due
articoli su tutti:
E adesso?
Ora tutti a sperare che vinca Obama per la salvezza degli Stati Uniti. Anzi,
tutti a godere della vittoria appena conquistata.
Ma come?
Eppure non mi pare che Obama abbia condotto gli USA in maniera impeccabile. Una
politica centrista, moderata. Elegante poco ma in compenso ovattata. Una
politica attenta al minimo passo falso. Una politica difensiva, direi. Lo dimostra
il suo atteggiamento (ai limiti del remissivo) nei confronti della politica
estera.
Oggi,
quattro anni or sono, mi viene da sussultare: “Oh… bah… maaaaah! Ce lo
meritiamo allora!”
Francès
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