mercoledì 7 novembre 2012

“Oh, bah, mah”


Quattro anni or sono sembrava la fine del mondo. Ricordo che stavo tornando a casa dopo una (divertente) serata con amici “storici”. In particolare, ricordo che si era giunti allo svincolo autostradale  di Segesta quando ricevetti una critica pesantissima:
“Anche tu ti sei fatto stregare da Obama? Non mi dire…!” mi fu rinfacciato.
Io cercai invano di giustificarmi. Sì, di giustificarmi. Ma non ci fu verso. Io, uomo di sinistra  (così mi etichettarono), progressista (termine di cui ricordo appena il significato), io appena postliceale (vostro malgrado, questo “aggettivo”  è farina del mio sacco!) mi ero fatto imbrigliare dalla dialettica circa un reale cambiamento (cito testualmente il focus della critica) nel caso in cui Obama fosse riuscito a diventare Presidente degli Stati Uniti.
“Ragazzi, a me la Clinton non piace. Puzza di stantio. E poi potrebbe sorgere un palese conflitto di interessi visto che fino a otto anni fa suo marito…” provavo a rispondere. Invano. Poi Obama vinse. E piano piano le critiche son venute meno.
Ma io lo ricordo bene questo dibattito apocalittico e, vi assicuro!, era tendenza diffusa.
Riporto due articoli su tutti:


E adesso? Ora tutti a sperare che vinca Obama per la salvezza degli Stati Uniti. Anzi, tutti a godere della vittoria appena conquistata.
Ma come? Eppure non mi pare che Obama abbia condotto gli USA in maniera impeccabile. Una politica centrista, moderata. Elegante poco ma in compenso ovattata. Una politica attenta al minimo passo falso. Una politica difensiva, direi. Lo dimostra il suo atteggiamento (ai limiti del remissivo) nei confronti della politica estera.
Oggi, quattro anni or sono, mi viene da sussultare: “Oh… bah… maaaaah! Ce lo meritiamo allora!”

Francès 

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