domenica 21 ottobre 2012

L'ultima Thule

Quattro parole sul (probabile) ultimo album di Francesco Guccini.

Tanta attesa per Canzone di notte n. 4. Considerando che vive a Pavana, cosa potrà cantare? Che va a letto alle 10 con i suoi gattini? Sarebbe favoloso! Una chiusura perfetta.
Azzardo delle previsioni.
Canzoni con rimandi a personaggi e luoghi noti a tanti libri di storia (con Thule, mi sento già in quell'isola). Canzoni rimate e magari con una melodia monotoneggiante. E poi assonanze con la r, grande marchio di fabbrica. Giochi linguistici in abbondanza e qualche attacco duro al "mal costume dei giorni nostri" (senza demagogia!). Non potrà non parlarci del vino e dei libri letti in questi nove anni.
Mi aspetto un addio con un paio di canzoni allegre, ironiche e poco originali. Un pezzo sull'attualità e sulle mode poco sempiterne sarebbe d'obbligo.
Mi piacerebbe una sua presa di posizione da questa sinistra disastrosa che governa la minoranza da almeno vent'anni a questa parte. 
E ora dirò una cosa per magari essere sorpreso: non ci saranno concetti o idee nuove (a parte il suo andare a letto presto...). 
Insomma, se veramente sarà un addio, direi che sarà poco struggente.
Anche se aspetto con ansia il tour (se tour può chiamarsi la lista dei suoi concerti visto che li fa sempre più di rado), lì sicuramente ci sarà un po' di commozione.
Purtroppo, ne sono sicuro, andrà da Fazio a farsi dire "sei un mito, sei un grande, sei il migliore". Ammetto che soffrirò. Per questo vorrei lanciare un piccolo appello:
"Dai, Franco, non andare da Fazio! Il dibattito, no!"


Francès

sabato 13 ottobre 2012

In Liguria a grillare la mia idea di renderla autonoma dall'Italia


Grillo che arriva in Sicilia a nuoto e che fa un giro per le nove province di corsa imitando Forrest Gump. Già questa mi sembra una follia; tuttavia quando lo sento parlare ho addirittura paura. Quest'uomo ha superato il suo “limite razionale”.
Se lo si accusa di essere populista, si corre il rischio di sottovalutare il caso.

Dichiara che in Sicilia ci sono gli stessi problemi che in Italia. Dichiara che la Sicilia può fare a meno dell'Italia ma non viceversa. Dichiara che in parlamento ci sono più di un centinaio di parlamentari con problemi con la giustizia. Dichiara che i sindaci dei piccoli centri subiscono vessazioni per costruire le discariche nei loro paesi e che non possono difendersi perché non hanno i soldi per farlo.

Lui, genovese e leader del M5S, un partito con sindaci in alcune città d'Italia, afferma che la Sicilia debba separarsi dall'Italia. Questa è contraddizione in termini. Lui che c'entra con la Sicilia?
È come se io andassi in Liguria a grillare la mia idea di renderla autonoma dall'Italia. Non suonerebbe strano?


Francès

Lettura di Casanova (con dolo)

Ho letto saltando molte parti qua e là i tre volumi di Giacomo Casanova riguardanti la sua vita. Confesso che delle tremila (3000) e passa pagine non sarò arrivato a leggerne la metà; tuttavia un'idea me la son fatta.
Casonova non è un uomo perbene, non è un ladro. Un furfantello, a tratti. Ma ha delle qualità. Nononostante riesca a fatica a gestire la sua vita, ha il talento di sfruttare tutto ciò che gli capita davanti. Se trova una donna, si innamora e prova a scoparsela; se becca un professore, si fa impartire lezioni; se finisce in un convento, intraprende la carriera ecclesiastica; se incontra un amico, gli chiede un favore. Durante il suo pellegrinare per l'Europa non lascia mai nulla alle spalle. Non c'è una serratura che non ha provato a forzare. No. Quando lui fugge da un posto lo fa perché ha proprio raccolto il massimo (e spesso seminato il peggio).
Delle due cose che mi hanno colpito di Giacomo Casanova, questa è la prima.

Poi, riflettendoci un po' su, mi è venuta in mente un'altra idea su di lui.
Diciamo che, a mio avviso, Casonova è un concentrato dell'uomo comune. Cioè quell'uomo che ti trovi davanti e che, sotto uno spirito di cordialità, ti nasconde le sue reali intenzioni. L'unica differenza è che Casanova, essendo come detto un concentrato, va dritto al nocciolo e non si nasconde in finte cordialità. Lui è ciò che pensa e ciò che vuole allo stesso tempo. Infatti non credo che bisogna prendere alla lettera nemmeno queste memorie perché spesso anche la narrazione risulta piegata alla sua volontà: e così ci dice per esempio di essersi trombato più donne di quante magari realmente ne abbia portate a letto. Ma non si pensi che il suo racconto risulti palesemente falsato: infatti si fa prendere sul serio quando fa un oroscopo o giochi di magia da quattro soldi per accalappiarsi una dama; è lucido quando ti ruba un libro, poi due, poi tre e pure i gioelli. Incarna insomma i vizi dell'uomo del Settecento (e anche del Novecento vorrei permettermi) senza nessuna moralità.
Anche i confronti intellettuali sono figli di questo suo modo di essere: quando si ritrova ad attaccare Voltaire non gli importa se le sue teorie abbiano un senso logico. Lui lo attacca perché gli conviene.

Alla fin fine neanch'io sono stato onesto con lui. Ho letto le sue memorie ma con dolo. Spesso mi annoiavo o semplicemente avevo fretta di andare avanti e saltavo pezzi e/o pagine. Anche perché fra un po' andrò a consegnare i tre volumi in biblioteca. 
Tutto questo è Storia della mia vita, un'autobiografia di Giacomo Casanova. 

Francès

mercoledì 10 ottobre 2012

Onore a Bufalino Gesualdo

Non voglio commentare questi aforismi. Credo che lo facciano da soli...
  • Autunno, stagione sleale.
  • Biblioteche, musei, cineteche... Non amo che camposanti.
  • Bisogna che abbiamo un'idea molto primitiva dell'eternità se facciamo tanto caso del morire a trenta o a cent'anni.
  • Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è questione di un attimo e passa.
  • Certi amori sono soltanto sudori che si somigliano.
  • Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.
  • Chi scrive per il suo tempo, disperi di sopravvivergli.
  • Ci vogliono virtù a iosa per fare un vizio.
  • Comunque vada la nostra partita con la vita finirà zero a zero.
  • Come ogni brutto sono sempre stato oggetto di passioni disinteressate.
  • Con le donne accade due volte di non saper cosa dire: all'inizio e alla fine d'un amore.
  • Costa una fatica del diavolo conservare una buona opinione di sé. Chissà come fanno, certuni.
  • Diffidate degli ottimisti, sono la claque di Dio.
  • Dio è migliore di quel che sembra, la Creazione non gli rende giustizia.
  • Dovetti scegliere fra morte e stupidità. Sopravvissi.
  • Due infelicità, sommate, possono fare una felicità.
  • È più facile amare gli altri che sé. Degli altri si conosce il meglio.
  • Eppure un guizzo solo di primavera basta a rendere allegra l'anima vedova, a mutare in piani di esaltata Arlecchina queste ostinate gramaglie.
  • E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
  • È un bluff? Non è un bluff? Fra poco muoio e lo vedo.
  • Exercitum in hiberna deduxit, condusse le truppe nei quartieri d'inverno... Così Cesare termina ciascuno dei commentari gallici. È probabile che aspettasse quei giorni d'ozio e quella luce di neve per dettare le sue gesta a uno scriba. Altrettanto dovrebbe ciascuno di noi, serbando all'azione le rimanenti stagioni.
  • Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com'è difficile scegliere!
  • Gira, rigira, da Talete in poi la filosofia pesta l'acqua nel mortaio.
  • Gli assenti hanno una volta torto ma novantanove volte ragione.
  • Grido, è vero, ma a fior di labbro.
  • Hic: lo spazio; Nunc: il tempo. Due tappeti volanti, due scale mobili su cui immobile avanzo. E Zenone non mi aiuta.
  • I pregiudizi han più sugo, talvolta, dei giudizi.
  • I ricordi ci uccidono. Senza memoria, saremmo immortali.
  • I sogni: "lavoro nero", ma non pagato, della ragione.
  • I suicidi sono solo degli impazienti.
  • Il dubbio è una passerella che trema tra l'errore e la verità.
  • Il pacifismo è guercio ma il bellicismo è cieco.
  • Il primo segno d'amore consiste nel trasformare un essere che ci era domestico in un demone sconosciuto.
  • Il sonno è amore di morte, l'insonnia paura di morte.
  • In un mondo d'arrivisti buona regola è non partire.
  • Insomma, sarà che siamo ottusi e il Suo riserbo ci frastorna, ma, insomma, qualche chiarezza in più, da parte di Dio, sarebbe stata augurabile.
  • L'amore, nella maggior parte dei casi, è soltanto un prestito con cauzione.
  • L'immaginazione è "la pazza di casa", m'insegnarono al liceo. La realtà è peggio, risposi: è la scema del villaggio.
  • L'unica cosa asciutta: la sterilità.
  • L'universo: un acrostico dove cerco di leggere Dio.
  • La fama è la gloria venduta a saldo, con gli sconti di fine stagione.
  • La felicità esiste, ne ho sentito parlare.
  • La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
  • La parola ha preceduto la luce e non viceversa: Fiat lux e la luce fu.
  • La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
  • Le dissi che l'amavo. Incassò la notizia come uno cheque.
  • Meno credo in Dio più ne parlo.
  • Metà di me non sopporta l'altra e cerca alleati.
  • Metri, metronomi, meridiane... L'uomo presume, misurando lo spazio e il tempo, di vincerli, mentre sono essi che misurano lui.
  • "Mi spaventa possedere chi amo, mi spaventa amare chi possiedo." Così disse Adamo e spartì eros e amore. Ma Eva non era contenta.
  • Molte donne si vestono bene, ma tutte si spogliano male.
  • Molte morti sono suicidi truccati.
  • Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
  • Nascere è umano, perseverare è diabolico.
  • Non conosco voluttà più pungente del leggere, non già un libro da cima a fondo, ma, pescando a caso, qui una pagina lì un rigo, ritti in piedi, dinanzi alle cascate prodigiose d'una biblioteca.
  • Non il sonno ma l'insonnia della ragione genera mostri.
  • Non vedo perché sia legittimo amare insieme Cimarosa, Bach e Stravinskij e sia da fedifraghi amare a un tempo Carolina, Claudia e Maria.
  • Ognuno sogna i sogni che si merita.
  • Per fortuna gli eroi muoiono di morte violenta.
  • Quel colpo di pistola ci ha risparmiato, quanto meno, i dolori del vecchio Werther.
  • Resta dubbio, dopo tanto discorrere, se le donne preferiscano essere prese, comprese o sorprese.
  • Riconosco per mio solo ciò che ho scritto con inchiostro simpatico.
  • Sarò forse presuntuoso ma il mio specchio mi calunnia.
  • Scrivo poesie che si capiscono, devo sembrare un cavernicolo.
  • Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo?
  • "Se esistesse si saprebbe in giro," disse il filosofo, parlando di non so chi... [Dio]
  • Se volete saperne di più su di voi, origliate dietro le porte.
  • Senza note a piè di pagina, certe donne non si capiscono.
  • Si può anche dannare la propria vita, se si ha genio. Se si ha solo talento, è da stupidi.
  • Sociologo è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori.
  • Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
  • Un grande scrittore è di solito meno intelligente di molti scrittori minori.
  • Un pene innamorato è spesso balbuziente.
  • Un'idea innaffiata dal sangue dei martiri non è detto che sia meno stupida di un'altra.
  • "Una biblioteca", dice Ralph Waldo Emerson, "è un harem". E se fosse una polveriera?
  • Una passione è il totale di due malintesi.
  • Veglia a due, in silenzio, nel buio. Finché uno si decide e mormora all'altro: "Dormi?"

FONTE: http://it.wikiquote.org/wiki/Gesualdo_Bufalino