Questa settimana a Milano
si è svolta una manifestazione sensazionale per tutti gli
appassionati di videogiochi: Games Week.
Ebbene, nonostante io non
sia più un frequentatore assiduo di giochi da console (a fatica
distinguo la playstation dalla xbox), ho provato ad
onorare questo evento andando a curiosare un po’. Alla fine mi sono
divertito, parecchio!
Ho fatto un paio di giri
con la Red Bull di Vettel in Formula One usando il volante e
le marce manuali - me ne voglia Alonso, ma ero “costretto” poiché mentre la Ferrari è impegnata a studiare accorgimenti e soluzioni
aerodinamiche per migliorare le proprie prestazioni, questi della Red
Bull trovano il tempo di far provare i videogiochi obbligandoti a
prendere la loro monoposto. Comunque sia, pessima prestazione la mia.
Poi ho fatto un paio di sfide con alcuni miei colleghi a Fifa
2013, infine ho dato un paio di cazzotti con un gioco di Boxe di
cui a dire il vero non conosco il nome (ah, nel mezzo ho pure provato
un altro paio di giochi in cui si sparava agli animali senza che io
abbia minimamente capito il motivo e uno strano gioco in cui da una
cerbottana dovevo tirare dei sassi… boh!).
Per il resto ho fatto
il mio primo incontro con alcuni giochi che, a mio avviso, sono
osceni. Cioè quelli in cui si balla seguendo il più possibile un
pupo dalla tv, per esempio. Sarà che avrò una certa età e quindi
appartengo a un’altra generazione, ma proprio non riesco a capirne
la bellezza. Io che ho visto mio padre (e tanti altri della sua età) appassionarsi
come un matto a giocare ai primi Fifa nonostante fosse di un’altra
generazione, ieri ci sono rimasto male. Infatti, non sono riuscito ad apprezzare quei giochi in cui si danza seguendo il ritmo dettato da un pupazzo. Prima la tv ti incantava: restavi incollato
a guardare la partita, una trasmissione o a giocare ad un gioco di un
videogame. Adesso, oltre a catturare la tua attenzione, ti costringe ad emularla
fisicamente. E la cosa un po’ mi ha scioccato. Un’altra
cosa che ho notato è che i giochi seguono le mode televisive: se
negli anni ’80-’90 c’era la partita di calcio come evento
clou, oggi abbiamo ballerini e cantanti dovunque. E chi produce
giochi si è semplicemente adattato. Insomma, tecnologicamente
abbiamo fatto passi da gigante, ma, gira e rigira, la minestra è
sempre quella. Però è pur vero che io resto un nostalgico del joystick: per me resta una sorta di token da utilizzare per vincere le sfide che i vari giochi mi propongono.
Francès
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