Primarie, ballotaggi,
Renzi, Bersani, Pd, quaranta per cento, governo, Monti e via dicendo.
Potrei continuare all'infinito.
Chi lo dice che Renzi rappresenti veramente il nuovo che avanza e incarni il
cambiamento (in positivo, s'intende)? Oppure è solamente un figlio
mal educato, un figlio
del suo tempo? Chiarisco, Renzi appartiene - in senso stretto e in
senso lato contemporaneamente – alla stessa cerchia di questi ceffi
che ci dirigono da vent'anni e passa. Basta leggere distrattamente la
sua biografia.
Ammettiamo pure
che Renzi abbia un nuovo modo di intendere la politica: ma chi lo
dice che le sue idee non siano irrimediabilmente viziate?
Tanta gente è convinta
che Renzi sia l'unica vera via d'uscita; allo stesso tempo, nutre
molti dubbi sull'effettivo cambiamento che il sindaco di Firenze
potrebbe portare. Però, appunto nel dubbio, si fida. Ma come? Ci
siamo scordati i fatti dei primi anni 'novanta? Anche allora volevamo
rottamare i vecchi politici
fidandoci di Berlusconi e del suo gruppo.
A
questo punto, forse, reputo più ragionevole pensare:
“No,
Renzi. No. Nel dubbio, vent'anni fa dissi di sì. Adesso, nel dubbio,
dico di no.”
Almeno
così proviamo un'altra strada. Un'altra soluzione. Perché dobbiamo
ricadere nella stessa trappola?
Ecco
perché Bersani mi sembra una soluzione, anche se di transizione.
Bersani non è un esempio
di buon politico, purtroppo. Però mi pare sia stato uno dei pochi ad ammettere -
seppur indirettamente - il fallimento di una classe politica, la sua. E, ancora, ha indicato una strada. Cioè, lui
dovrebbe limitarsi a seguire la linea appena intrapresa da Monti
(anche qui, possiamo solo sperare che Monti stia facendo qualcosa di
produttivo per il Paese perché lui, a differenza di Renzi, ha fatto qualcosa assumendosene le responsabilità). Sì, lo so. Anch'io vorrei sbattere fuori
tutti dal Parlamento, ma a che prezzo? Non ci è bastato Grillo? Con
la demagogia e con il populismo non si vincono le sfide.
È vero, ci vorrebbero
dei politici di professione. E allora facciamoci da parte. Cosa cazzo
abbiamo portato all'Italia? Cosa? Quattro
sessantottini che adesso ci rompono i coglioni con i concetti di
conservazione? Quattro cantanti che ogni sera si sfogano bestemmiando e dissacrando se stessi ma che di giorno sputtanano la loro coscienza comportandosi proprio come coloro che contestano? Cos'altro ha
prodotto la cultura italiana degli ultimi cinquant'anni? Questi giornalisti? Questi professori? Questi imprenditori?
Da Bersani mi aspetto un
atto di coscienza con due conseguenti proposte. Intanto, che, seguendo
la via imboccata da Monti, porti l'Italia fuori dal baratro. E poi
che faccia crescere una nuova generazione di politici di professione
investendo sull'istruzione. Senza di me, senza di noi, senza di lui. Bisogna smetterla con
l'idea che solamente gli altri
sono quelli che sbagliano.
Francès
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