lunedì 26 novembre 2012

Sulle primarie e su molto altro

Primarie, ballotaggi, Renzi, Bersani, Pd, quaranta per cento, governo, Monti e via dicendo. Potrei continuare all'infinito.
Chi lo dice che Renzi rappresenti veramente il nuovo che avanza e incarni il cambiamento (in positivo, s'intende)? Oppure è solamente un figlio mal educato, un figlio del suo tempo? Chiarisco, Renzi appartiene - in senso stretto e in senso lato contemporaneamente – alla stessa cerchia di questi ceffi che ci dirigono da vent'anni e passa. Basta leggere distrattamente la sua biografia.
Ammettiamo pure che Renzi abbia un nuovo modo di intendere la politica: ma chi lo dice che le sue idee non siano irrimediabilmente viziate?
Tanta gente è convinta che Renzi sia l'unica vera via d'uscita; allo stesso tempo, nutre molti dubbi sull'effettivo cambiamento che il sindaco di Firenze potrebbe portare. Però, appunto nel dubbio, si fida. Ma come? Ci siamo scordati i fatti dei primi anni 'novanta? Anche allora volevamo rottamare i vecchi politici fidandoci di Berlusconi e del suo gruppo.
A questo punto, forse, reputo più ragionevole pensare:
No, Renzi. No. Nel dubbio, vent'anni fa dissi di sì. Adesso, nel dubbio, dico di no.”
Almeno così proviamo un'altra strada. Un'altra soluzione. Perché dobbiamo ricadere nella stessa trappola?
Ecco perché Bersani mi sembra una soluzione, anche se di transizione.
Bersani non è un esempio di buon politico, purtroppo. Però mi pare sia stato uno dei pochi ad ammettere - seppur indirettamente - il fallimento di una classe politica, la sua. E, ancora, ha indicato una strada. Cioè, lui dovrebbe limitarsi a seguire la linea appena intrapresa da Monti (anche qui, possiamo solo sperare che Monti stia facendo qualcosa di produttivo per il Paese perché lui, a differenza di Renzi, ha fatto qualcosa assumendosene le responsabilità). Sì, lo so. Anch'io vorrei sbattere fuori tutti dal Parlamento, ma a che prezzo? Non ci è bastato Grillo? Con la demagogia e con il populismo non si vincono le sfide.
È vero, ci vorrebbero dei politici di professione. E allora facciamoci da parte. Cosa cazzo abbiamo portato all'Italia? Cosa? Quattro sessantottini che adesso ci rompono i coglioni con i concetti di conservazione? Quattro cantanti che ogni sera si sfogano bestemmiando e dissacrando se stessi ma che di giorno sputtanano la loro coscienza comportandosi proprio come coloro che contestano? Cos'altro ha prodotto la cultura italiana degli ultimi cinquant'anni? Questi giornalisti? Questi professori? Questi imprenditori? 
Da Bersani mi aspetto un atto di coscienza con due conseguenti proposte. Intanto, che, seguendo la via imboccata da Monti, porti l'Italia fuori dal baratro. E poi che faccia crescere una nuova generazione di politici di professione investendo sull'istruzione. Senza di me, senza di noi, senza di lui. Bisogna smetterla con l'idea che solamente gli altri sono quelli che sbagliano.


Francès

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