- Autunno, stagione sleale.
- Biblioteche, musei, cineteche... Non amo che camposanti.
- Bisogna che abbiamo un'idea molto primitiva dell'eternità se facciamo tanto caso del morire a trenta o a cent'anni.
- Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è questione di un attimo e passa.
- Certi amori sono soltanto sudori che si somigliano.
- Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.
- Chi scrive per il suo tempo, disperi di sopravvivergli.
- Ci vogliono virtù a iosa per fare un vizio.
- Comunque vada la nostra partita con la vita finirà zero a zero.
- Come ogni brutto sono sempre stato oggetto di passioni disinteressate.
- Con le donne accade due volte di non saper cosa dire: all'inizio e alla fine d'un amore.
- Costa una fatica del diavolo conservare una buona opinione di sé. Chissà come fanno, certuni.
- Diffidate degli ottimisti, sono la claque di Dio.
- Dio è migliore di quel che sembra, la Creazione non gli rende giustizia.
- Dovetti scegliere fra morte e stupidità. Sopravvissi.
- Due infelicità, sommate, possono fare una felicità.
- È più facile amare gli altri che sé. Degli altri si conosce il meglio.
- Eppure un guizzo solo di primavera basta a rendere allegra l'anima vedova, a mutare in piani di esaltata Arlecchina queste ostinate gramaglie.
- E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
- È un bluff? Non è un bluff? Fra poco muoio e lo vedo.
- Exercitum in hiberna deduxit, condusse le truppe nei quartieri d'inverno... Così Cesare termina ciascuno dei commentari gallici. È probabile che aspettasse quei giorni d'ozio e quella luce di neve per dettare le sue gesta a uno scriba. Altrettanto dovrebbe ciascuno di noi, serbando all'azione le rimanenti stagioni.
- Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com'è difficile scegliere!
- Gira, rigira, da Talete in poi la filosofia pesta l'acqua nel mortaio.
- Gli assenti hanno una volta torto ma novantanove volte ragione.
- Grido, è vero, ma a fior di labbro.
- Hic: lo spazio; Nunc: il tempo. Due tappeti volanti, due scale mobili su cui immobile avanzo. E Zenone non mi aiuta.
- I pregiudizi han più sugo, talvolta, dei giudizi.
- I ricordi ci uccidono. Senza memoria, saremmo immortali.
- I sogni: "lavoro nero", ma non pagato, della ragione.
- I suicidi sono solo degli impazienti.
- Il dubbio è una passerella che trema tra l'errore e la verità.
- Il pacifismo è guercio ma il bellicismo è cieco.
- Il primo segno d'amore consiste nel trasformare un essere che ci era domestico in un demone sconosciuto.
- Il sonno è amore di morte, l'insonnia paura di morte.
- In un mondo d'arrivisti buona regola è non partire.
- Insomma, sarà che siamo ottusi e il Suo riserbo ci frastorna, ma, insomma, qualche chiarezza in più, da parte di Dio, sarebbe stata augurabile.
- L'amore, nella maggior parte dei casi, è soltanto un prestito con cauzione.
- L'immaginazione è "la pazza di casa", m'insegnarono al liceo. La realtà è peggio, risposi: è la scema del villaggio.
- L'unica cosa asciutta: la sterilità.
- L'universo: un acrostico dove cerco di leggere Dio.
- La fama è la gloria venduta a saldo, con gli sconti di fine stagione.
- La felicità esiste, ne ho sentito parlare.
- La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
- La parola ha preceduto la luce e non viceversa: Fiat lux e la luce fu.
- La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
- Le dissi che l'amavo. Incassò la notizia come uno cheque.
- Meno credo in Dio più ne parlo.
- Metà di me non sopporta l'altra e cerca alleati.
- Metri, metronomi, meridiane... L'uomo presume, misurando lo spazio e il tempo, di vincerli, mentre sono essi che misurano lui.
- "Mi spaventa possedere chi amo, mi spaventa amare chi possiedo." Così disse Adamo e spartì eros e amore. Ma Eva non era contenta.
- Molte donne si vestono bene, ma tutte si spogliano male.
- Molte morti sono suicidi truccati.
- Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
- Nascere è umano, perseverare è diabolico.
- Non conosco voluttà più pungente del leggere, non già un libro da cima a fondo, ma, pescando a caso, qui una pagina lì un rigo, ritti in piedi, dinanzi alle cascate prodigiose d'una biblioteca.
- Non il sonno ma l'insonnia della ragione genera mostri.
- Non vedo perché sia legittimo amare insieme Cimarosa, Bach e Stravinskij e sia da fedifraghi amare a un tempo Carolina, Claudia e Maria.
- Ognuno sogna i sogni che si merita.
- Per fortuna gli eroi muoiono di morte violenta.
- Quel colpo di pistola ci ha risparmiato, quanto meno, i dolori del vecchio Werther.
- Resta dubbio, dopo tanto discorrere, se le donne preferiscano essere prese, comprese o sorprese.
- Riconosco per mio solo ciò che ho scritto con inchiostro simpatico.
- Sarò forse presuntuoso ma il mio specchio mi calunnia.
- Scrivo poesie che si capiscono, devo sembrare un cavernicolo.
- Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo?
- "Se esistesse si saprebbe in giro," disse il filosofo, parlando di non so chi... [Dio]
- Se volete saperne di più su di voi, origliate dietro le porte.
- Senza note a piè di pagina, certe donne non si capiscono.
- Si può anche dannare la propria vita, se si ha genio. Se si ha solo talento, è da stupidi.
- Sociologo è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori.
- Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
- Un grande scrittore è di solito meno intelligente di molti scrittori minori.
- Un pene innamorato è spesso balbuziente.
- Un'idea innaffiata dal sangue dei martiri non è detto che sia meno stupida di un'altra.
- "Una biblioteca", dice Ralph Waldo Emerson, "è un harem". E se fosse una polveriera?
- Una passione è il totale di due malintesi.
- Veglia a due, in silenzio, nel buio. Finché uno si decide e mormora all'altro: "Dormi?"
FONTE: http://it.wikiquote.org/wiki/Gesualdo_Bufalino
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