Ho letto saltando molte
parti qua e là i tre volumi di Giacomo Casanova riguardanti la sua
vita.
Confesso che delle tremila (3000) e passa pagine non sarò
arrivato a leggerne la metà; tuttavia
un'idea me la son fatta.
Casonova non è un uomo
perbene, non è un ladro. Un furfantello, a tratti. Ma ha
delle qualità.
Nononostante riesca a fatica a gestire la sua vita,
ha il talento di sfruttare tutto ciò che gli capita davanti. Se
trova una donna, si innamora e prova
a scoparsela; se becca un professore, si fa impartire lezioni; se finisce in un
convento, intraprende la carriera ecclesiastica; se incontra un
amico, gli chiede un favore. Durante il suo pellegrinare per l'Europa
non lascia mai nulla alle spalle. Non c'è una serratura che non ha
provato a forzare. No. Quando lui fugge da un posto lo fa perché ha
proprio raccolto il massimo (e spesso seminato il peggio).
Delle due cose che mi
hanno colpito di Giacomo Casanova, questa è la prima.
Poi, riflettendoci un po'
su, mi è venuta in mente un'altra idea su di lui.
Diciamo che, a mio
avviso, Casonova è
un concentrato dell'uomo comune. Cioè
quell'uomo che ti trovi davanti e che, sotto uno spirito
di
cordialità, ti nasconde le sue reali intenzioni. L'unica differenza
è che Casanova, essendo come detto un concentrato,
va dritto al nocciolo e non si nasconde in finte cordialità.
Lui è ciò che pensa e ciò che vuole allo stesso tempo.
Infatti non credo che bisogna prendere alla lettera nemmeno queste memorie perché spesso anche la narrazione risulta piegata
alla sua volontà: e così ci dice per esempio di essersi trombato
più donne di quante magari realmente
ne abbia portate a letto. Ma
non si pensi che il suo racconto risulti palesemente falsato: infatti
si fa prendere sul serio quando fa un oroscopo o giochi di magia da
quattro soldi per accalappiarsi una dama; è lucido quando ti ruba un
libro, poi due, poi tre e pure i gioelli. Incarna insomma i vizi
dell'uomo del Settecento (e anche del Novecento vorrei permettermi)
senza nessuna moralità.
Anche i confronti
intellettuali sono figli di questo
suo modo di essere: quando si ritrova ad attaccare Voltaire non gli
importa se le sue teorie abbiano un senso logico. Lui lo attacca
perché gli conviene.
Alla
fin fine neanch'io sono stato onesto con lui. Ho letto le sue memorie
ma con dolo. Spesso mi
annoiavo o semplicemente avevo fretta di andare avanti e saltavo
pezzi e/o pagine. Anche perché fra un po' andrò a consegnare i tre
volumi in biblioteca.
Tutto questo è Storia della mia vita, un'autobiografia di Giacomo Casanova.
Francès
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