sabato 13 ottobre 2012

Lettura di Casanova (con dolo)

Ho letto saltando molte parti qua e là i tre volumi di Giacomo Casanova riguardanti la sua vita. Confesso che delle tremila (3000) e passa pagine non sarò arrivato a leggerne la metà; tuttavia un'idea me la son fatta.
Casonova non è un uomo perbene, non è un ladro. Un furfantello, a tratti. Ma ha delle qualità. Nononostante riesca a fatica a gestire la sua vita, ha il talento di sfruttare tutto ciò che gli capita davanti. Se trova una donna, si innamora e prova a scoparsela; se becca un professore, si fa impartire lezioni; se finisce in un convento, intraprende la carriera ecclesiastica; se incontra un amico, gli chiede un favore. Durante il suo pellegrinare per l'Europa non lascia mai nulla alle spalle. Non c'è una serratura che non ha provato a forzare. No. Quando lui fugge da un posto lo fa perché ha proprio raccolto il massimo (e spesso seminato il peggio).
Delle due cose che mi hanno colpito di Giacomo Casanova, questa è la prima.

Poi, riflettendoci un po' su, mi è venuta in mente un'altra idea su di lui.
Diciamo che, a mio avviso, Casonova è un concentrato dell'uomo comune. Cioè quell'uomo che ti trovi davanti e che, sotto uno spirito di cordialità, ti nasconde le sue reali intenzioni. L'unica differenza è che Casanova, essendo come detto un concentrato, va dritto al nocciolo e non si nasconde in finte cordialità. Lui è ciò che pensa e ciò che vuole allo stesso tempo. Infatti non credo che bisogna prendere alla lettera nemmeno queste memorie perché spesso anche la narrazione risulta piegata alla sua volontà: e così ci dice per esempio di essersi trombato più donne di quante magari realmente ne abbia portate a letto. Ma non si pensi che il suo racconto risulti palesemente falsato: infatti si fa prendere sul serio quando fa un oroscopo o giochi di magia da quattro soldi per accalappiarsi una dama; è lucido quando ti ruba un libro, poi due, poi tre e pure i gioelli. Incarna insomma i vizi dell'uomo del Settecento (e anche del Novecento vorrei permettermi) senza nessuna moralità.
Anche i confronti intellettuali sono figli di questo suo modo di essere: quando si ritrova ad attaccare Voltaire non gli importa se le sue teorie abbiano un senso logico. Lui lo attacca perché gli conviene.

Alla fin fine neanch'io sono stato onesto con lui. Ho letto le sue memorie ma con dolo. Spesso mi annoiavo o semplicemente avevo fretta di andare avanti e saltavo pezzi e/o pagine. Anche perché fra un po' andrò a consegnare i tre volumi in biblioteca. 
Tutto questo è Storia della mia vita, un'autobiografia di Giacomo Casanova. 

Francès

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