Quattro parole sul (probabile) ultimo album di Francesco Guccini.
Tanta attesa per Canzone di notte n. 4. Considerando che vive a Pavana, cosa potrà cantare? Che va a letto alle 10 con i suoi gattini? Sarebbe favoloso! Una chiusura perfetta.
Azzardo delle previsioni.
Canzoni con rimandi a personaggi e luoghi noti a tanti libri di storia (con Thule, mi sento già in quell'isola). Canzoni rimate e magari con una melodia monotoneggiante. E poi assonanze con la r, grande marchio di fabbrica. Giochi linguistici in abbondanza e qualche attacco duro al "mal costume dei giorni nostri" (senza demagogia!). Non potrà non parlarci del vino e dei libri letti in questi nove anni.
Mi aspetto un addio con un paio di canzoni allegre, ironiche e poco originali. Un pezzo sull'attualità e sulle mode poco sempiterne sarebbe d'obbligo.
Mi piacerebbe una sua presa di posizione da questa sinistra disastrosa che governa la minoranza da almeno vent'anni a questa parte.
E ora dirò una cosa per magari essere sorpreso: non ci saranno concetti o idee nuove (a parte il suo andare a letto presto...).
Insomma, se veramente sarà un addio, direi che sarà poco struggente.
Anche se aspetto con ansia il tour (se tour può chiamarsi la lista dei suoi concerti visto che li fa sempre più di rado), lì sicuramente ci sarà un po' di commozione.
Purtroppo, ne sono sicuro, andrà da Fazio a farsi dire "sei un mito, sei un grande, sei il migliore". Ammetto che soffrirò. Per questo vorrei lanciare un piccolo appello:
"Dai, Franco, non andare da Fazio! Il dibattito, no!"
Francès
domenica 21 ottobre 2012
sabato 13 ottobre 2012
In Liguria a grillare la mia idea di renderla autonoma dall'Italia
Grillo che arriva in
Sicilia a nuoto e che fa un giro per le nove province di corsa
imitando Forrest Gump.
Già questa mi sembra una follia; tuttavia quando lo sento parlare ho
addirittura paura. Quest'uomo ha superato il suo “limite
razionale”.
Se lo si accusa di essere
populista, si corre il rischio di sottovalutare il caso.
Dichiara che in Sicilia
ci sono gli stessi problemi che in Italia. Dichiara che la Sicilia
può fare a meno dell'Italia ma non viceversa. Dichiara che in
parlamento ci sono più di un centinaio di parlamentari con problemi
con la giustizia. Dichiara che i sindaci dei piccoli centri subiscono
vessazioni per costruire le discariche nei loro paesi e che non
possono difendersi perché non hanno i soldi per farlo.
Lui, genovese e leader del M5S,
un partito con sindaci in alcune città d'Italia, afferma che la
Sicilia debba separarsi dall'Italia. Questa è contraddizione in
termini. Lui che c'entra con la Sicilia?
È come se io andassi in
Liguria a grillare la mia idea di renderla
autonoma dall'Italia. Non suonerebbe strano?
Francès
Lettura di Casanova (con dolo)
Ho letto saltando molte
parti qua e là i tre volumi di Giacomo Casanova riguardanti la sua
vita.
Confesso che delle tremila (3000) e passa pagine non sarò
arrivato a leggerne la metà; tuttavia
un'idea me la son fatta.
Casonova non è un uomo
perbene, non è un ladro. Un furfantello, a tratti. Ma ha
delle qualità.
Nononostante riesca a fatica a gestire la sua vita,
ha il talento di sfruttare tutto ciò che gli capita davanti. Se
trova una donna, si innamora e prova
a scoparsela; se becca un professore, si fa impartire lezioni; se finisce in un
convento, intraprende la carriera ecclesiastica; se incontra un
amico, gli chiede un favore. Durante il suo pellegrinare per l'Europa
non lascia mai nulla alle spalle. Non c'è una serratura che non ha
provato a forzare. No. Quando lui fugge da un posto lo fa perché ha
proprio raccolto il massimo (e spesso seminato il peggio).
Delle due cose che mi
hanno colpito di Giacomo Casanova, questa è la prima.
Poi, riflettendoci un po'
su, mi è venuta in mente un'altra idea su di lui.
Diciamo che, a mio
avviso, Casonova è
un concentrato dell'uomo comune. Cioè
quell'uomo che ti trovi davanti e che, sotto uno spirito
di
cordialità, ti nasconde le sue reali intenzioni. L'unica differenza
è che Casanova, essendo come detto un concentrato,
va dritto al nocciolo e non si nasconde in finte cordialità.
Lui è ciò che pensa e ciò che vuole allo stesso tempo.
Infatti non credo che bisogna prendere alla lettera nemmeno queste memorie perché spesso anche la narrazione risulta piegata
alla sua volontà: e così ci dice per esempio di essersi trombato
più donne di quante magari realmente
ne abbia portate a letto. Ma
non si pensi che il suo racconto risulti palesemente falsato: infatti
si fa prendere sul serio quando fa un oroscopo o giochi di magia da
quattro soldi per accalappiarsi una dama; è lucido quando ti ruba un
libro, poi due, poi tre e pure i gioelli. Incarna insomma i vizi
dell'uomo del Settecento (e anche del Novecento vorrei permettermi)
senza nessuna moralità.
Anche i confronti
intellettuali sono figli di questo
suo modo di essere: quando si ritrova ad attaccare Voltaire non gli
importa se le sue teorie abbiano un senso logico. Lui lo attacca
perché gli conviene.
Alla
fin fine neanch'io sono stato onesto con lui. Ho letto le sue memorie
ma con dolo. Spesso mi
annoiavo o semplicemente avevo fretta di andare avanti e saltavo
pezzi e/o pagine. Anche perché fra un po' andrò a consegnare i tre
volumi in biblioteca.
Tutto questo è Storia della mia vita, un'autobiografia di Giacomo Casanova.
Francès
mercoledì 10 ottobre 2012
Onore a Bufalino Gesualdo
Non voglio commentare questi aforismi. Credo che lo facciano da soli...
FONTE: http://it.wikiquote.org/wiki/Gesualdo_Bufalino
- Autunno, stagione sleale.
- Biblioteche, musei, cineteche... Non amo che camposanti.
- Bisogna che abbiamo un'idea molto primitiva dell'eternità se facciamo tanto caso del morire a trenta o a cent'anni.
- Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è questione di un attimo e passa.
- Certi amori sono soltanto sudori che si somigliano.
- Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.
- Chi scrive per il suo tempo, disperi di sopravvivergli.
- Ci vogliono virtù a iosa per fare un vizio.
- Comunque vada la nostra partita con la vita finirà zero a zero.
- Come ogni brutto sono sempre stato oggetto di passioni disinteressate.
- Con le donne accade due volte di non saper cosa dire: all'inizio e alla fine d'un amore.
- Costa una fatica del diavolo conservare una buona opinione di sé. Chissà come fanno, certuni.
- Diffidate degli ottimisti, sono la claque di Dio.
- Dio è migliore di quel che sembra, la Creazione non gli rende giustizia.
- Dovetti scegliere fra morte e stupidità. Sopravvissi.
- Due infelicità, sommate, possono fare una felicità.
- È più facile amare gli altri che sé. Degli altri si conosce il meglio.
- Eppure un guizzo solo di primavera basta a rendere allegra l'anima vedova, a mutare in piani di esaltata Arlecchina queste ostinate gramaglie.
- E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
- È un bluff? Non è un bluff? Fra poco muoio e lo vedo.
- Exercitum in hiberna deduxit, condusse le truppe nei quartieri d'inverno... Così Cesare termina ciascuno dei commentari gallici. È probabile che aspettasse quei giorni d'ozio e quella luce di neve per dettare le sue gesta a uno scriba. Altrettanto dovrebbe ciascuno di noi, serbando all'azione le rimanenti stagioni.
- Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com'è difficile scegliere!
- Gira, rigira, da Talete in poi la filosofia pesta l'acqua nel mortaio.
- Gli assenti hanno una volta torto ma novantanove volte ragione.
- Grido, è vero, ma a fior di labbro.
- Hic: lo spazio; Nunc: il tempo. Due tappeti volanti, due scale mobili su cui immobile avanzo. E Zenone non mi aiuta.
- I pregiudizi han più sugo, talvolta, dei giudizi.
- I ricordi ci uccidono. Senza memoria, saremmo immortali.
- I sogni: "lavoro nero", ma non pagato, della ragione.
- I suicidi sono solo degli impazienti.
- Il dubbio è una passerella che trema tra l'errore e la verità.
- Il pacifismo è guercio ma il bellicismo è cieco.
- Il primo segno d'amore consiste nel trasformare un essere che ci era domestico in un demone sconosciuto.
- Il sonno è amore di morte, l'insonnia paura di morte.
- In un mondo d'arrivisti buona regola è non partire.
- Insomma, sarà che siamo ottusi e il Suo riserbo ci frastorna, ma, insomma, qualche chiarezza in più, da parte di Dio, sarebbe stata augurabile.
- L'amore, nella maggior parte dei casi, è soltanto un prestito con cauzione.
- L'immaginazione è "la pazza di casa", m'insegnarono al liceo. La realtà è peggio, risposi: è la scema del villaggio.
- L'unica cosa asciutta: la sterilità.
- L'universo: un acrostico dove cerco di leggere Dio.
- La fama è la gloria venduta a saldo, con gli sconti di fine stagione.
- La felicità esiste, ne ho sentito parlare.
- La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
- La parola ha preceduto la luce e non viceversa: Fiat lux e la luce fu.
- La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
- Le dissi che l'amavo. Incassò la notizia come uno cheque.
- Meno credo in Dio più ne parlo.
- Metà di me non sopporta l'altra e cerca alleati.
- Metri, metronomi, meridiane... L'uomo presume, misurando lo spazio e il tempo, di vincerli, mentre sono essi che misurano lui.
- "Mi spaventa possedere chi amo, mi spaventa amare chi possiedo." Così disse Adamo e spartì eros e amore. Ma Eva non era contenta.
- Molte donne si vestono bene, ma tutte si spogliano male.
- Molte morti sono suicidi truccati.
- Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
- Nascere è umano, perseverare è diabolico.
- Non conosco voluttà più pungente del leggere, non già un libro da cima a fondo, ma, pescando a caso, qui una pagina lì un rigo, ritti in piedi, dinanzi alle cascate prodigiose d'una biblioteca.
- Non il sonno ma l'insonnia della ragione genera mostri.
- Non vedo perché sia legittimo amare insieme Cimarosa, Bach e Stravinskij e sia da fedifraghi amare a un tempo Carolina, Claudia e Maria.
- Ognuno sogna i sogni che si merita.
- Per fortuna gli eroi muoiono di morte violenta.
- Quel colpo di pistola ci ha risparmiato, quanto meno, i dolori del vecchio Werther.
- Resta dubbio, dopo tanto discorrere, se le donne preferiscano essere prese, comprese o sorprese.
- Riconosco per mio solo ciò che ho scritto con inchiostro simpatico.
- Sarò forse presuntuoso ma il mio specchio mi calunnia.
- Scrivo poesie che si capiscono, devo sembrare un cavernicolo.
- Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo?
- "Se esistesse si saprebbe in giro," disse il filosofo, parlando di non so chi... [Dio]
- Se volete saperne di più su di voi, origliate dietro le porte.
- Senza note a piè di pagina, certe donne non si capiscono.
- Si può anche dannare la propria vita, se si ha genio. Se si ha solo talento, è da stupidi.
- Sociologo è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori.
- Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
- Un grande scrittore è di solito meno intelligente di molti scrittori minori.
- Un pene innamorato è spesso balbuziente.
- Un'idea innaffiata dal sangue dei martiri non è detto che sia meno stupida di un'altra.
- "Una biblioteca", dice Ralph Waldo Emerson, "è un harem". E se fosse una polveriera?
- Una passione è il totale di due malintesi.
- Veglia a due, in silenzio, nel buio. Finché uno si decide e mormora all'altro: "Dormi?"
FONTE: http://it.wikiquote.org/wiki/Gesualdo_Bufalino
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