Le paraolimpiadi. Sicuramente
sono un evento che porta alla ribalta tanta gente che non è stata baciata dalla
Natura ma che ha voglia di sport e di mettersi in gioco. Sicuramente. E tanto di cappello a chi partecipa.
Poi arriva un Paolo Villaggio qualsiasi e ti spiazza.
La mia non è crudeltà ma è crudele esaltare una finta pietà. Questo è ipocrita. Sembrano olimpiadi organizzate da De Amicis con dei 'personaggini'
E, quasi con un
pizzico di qualunquismo, dico che non ha tutti i torti.
Sono stato fermo 10’ a
pensare. Non sapendo prendere posizione, e cioè non riuscendo a capire se
Villaggio abbia ragione o meno, ho fatto anch’io una piccola riflessione.
Se magari è giusto
dare spazio a chi è diversamente abile, forse non è altrettanto corretto creareuna
kermesse agonistica. Tre le motivazioni:
- Tecnicamente è difficile (e anche crudele) suddividere per “sotto-discipline” gli atleti. Le menomazioni hanno diverse entità per cui stabilire un effettivo livello di handicap è proibitivo. Quindi quanto sono autentiche le medaglie assegnate?
- L'agonismo può spingere gli atleti a farsi violentare dalla cosiddetta “tecnologia medica” sperimentando soluzioni poco sicure per il proprio fisico. L’illusione dell’agonismo porta i diversamente abili a spingersi oltre ciò che il loro corpo può sostenere. È giusto ciò?
- In ultimo, il problema della spettacolarizzazione di un tale evento. Non mi dilungo su questo punto perché poche righe non basterebbero ad esprimere un pensiero complesso. Ci vorrebbe un post ad hoc.
Più di questo non mi sento di scrivere.
Francès
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